Stiamo vivendo un periodo di enormi cambiamenti. Il mondo è in movimento. Persone che vedono l'Europa come la terra promessa e che attraccano sulle coste italiane in cerca di una vita migliore e gli italiani che partono verso altre nazioni: Francia, Gran Bretagna, Germania, Svizzera, Stati Uniti, Australia, ecc. per trovare anch'essi nuove opportunità.
Il 25 novembre è stata la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne e le Nazioni Unite hanno promosso una campagna di sensibilizzazione che terminerà il 10 dicembre con la Giornata mondiale dei diritti umani.
Quella che vi sto per raccontare è la storia di successo di una donna che ha vissuto un secolo fa, una persona per me speciale: la mia prozia Severina.
Chissà cosa avrebbe pensato la mia prozia del periodo attuale, lei che è partita per la Francia quasi cent'anni fa. La storia si ripete.
Severina nasce nel 1906 in una piccola borgata di montagna nel comune di Condove, paese della città metropolitana di Torino e più precisamente in Val di Susa.
Nasce dopo due fratelli maschi e perde entrambi i suoi genitori quando è ancora una bambina. Ha una vita sicuramente non facile, lavora nei campi con i fratelli e non ancora maggiorenne scende in pianura a lavorare in una fabbrica come operaia.
Lei sapeva che la sua vita non sarebbe stata in Val di Susa e nel 1929, da sola, decide di percorrere una strada difficile, quella che la porterà a vivere in un altro Stato e che le farà conoscere il mio prozio Andrea.
Parte da sola e percorre più di 100 km a piedi, direzione Francia. Attraversa le montagne della Val di Susa, il Moncenisio e arriva nel paese di Seyne (Provenza) dove conosce il suo futuro marito e la sua famiglia composta da madre, padre e quattro figli, anche loro piemontesi che avevano lasciato la Val Maira in provincia di Cuneo.
Da Seyne, Severina e la sua nuova famiglia creano un'impresa edile dopodiché si spostano prima a Gap per poi insediarsi definitivamente a Digne les Bains dove è morta nel 1972.
Un paio di anni fa, dopo tante ricerche su Internet e non solo, sono riuscita a trovare e contattare i suoi nipoti, e nonostante erano ancora giovani quando la nonna è morta, mi hanno saputo raccontare qualcosa della sua vita.
Nel 2016 ho intrapreso un viaggio fino a Digne dove continua a vivere la sua famiglia.
Per prima cosa ho scoperto che lei in Francia non si chiamava Severina, bensì Severine.
Grazie a sua nipote ho potuto fare visita alla sua tomba e esplorare un po' la città.
Dai suoi racconti ho avuto la conferma che era una persona speciale. Una donna risoluta e decisa, ma anche dolce che era riuscita a cambiare la sua vita in meglio.
Nutro una profonda ammirazione per una giovane donna che ha avuto il coraggio di fare una scelta di questo tipo.
Non ho avuto la possibilità di conoscerla di persona, ma facendo questa ricerca sulla sua vita mi sembra di conoscerla da sempre.
THE STORY OF A GREAT WOMAN, OF THE OLD TIMES
The world is changing, and people move from one continent to another to find a better life. African and Asian people arrive on the Italian coast, hoping to reach Northern Europe. The Italians move to other countries in search of new opportunities.
On 25 November, 2017, there was an International Day for the Elimination of Violence against Women. The United Nations is promoting a 16-day period of activism against Gender-Based Violence. The campaign ends on 10th December, Human Rights Day.
With these thoughts in mind, I want to tell you the story of a woman who lived a hundred years ago, my Great Aunt Severina.
She was born in 1906 in a small mountain village of Condove, in the Susa Valley, in Piedmont, Italy. She had two older brothers, and they lost their parents when she was a child. She worked as a farmer and as a factory worker when she was only a teenager.
In 1929, she left the Susa Valley to go to France. She was alone, and she walked for more than 100 km, her journey taking her over the Italian and French mountains. Finally, she crossed the border and settled in the alpine village of Seyne, France.
There, she met her husband, my great uncle Andrea. He and his family came from the Maira Valley, southwest of Piedmont, Italy. In the beginning, they lived in Seyne and had a small construction company, then they moved to Gap and again to Digne les Bains where they grew their business.
Aunt Severina died in Digne les Bains in 1972. I began this research some years ago, and in 2016, I went to Digne les Bains to meet her family. The first thing I learned was that she was known by her French name, Severine, not Severina. Her son had died, but I met her granddaughter. She took me to Aunt Severina’s simple grave.
Her family told me that Aunt Severina was a strong person, but also a sweet one. I gained a strong impression of her. I have great admiration for such a young woman who was so brave to make this decision that changed her life. Though I never had the opportunity to meet her, I feel I have known her forever.
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Un mazzolino di lavanda - Digne les Bains / Provenza - Francia
A lavender bouquet - Digne les Bains / Provence - France |